Il fisico Battiston: "ChatGpt a scuola non è tabù. Insegnerà a fare domande e a riconoscere i pregiudizi"

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Giancarlo Favero
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Il fisico Battiston: "ChatGpt a scuola non è tabù. Insegnerà a fare domande e a riconoscere i pregiudizi"

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La proposta dello studioso, che invita a non dar retta agli isterismi sull’intelligenza artificiale: i docenti potranno sfruttare le sue opportunità per migliorare la capacità critica degli studenti.

Da meno di sei mesi ChatGPT è comparso nelle nostre vite, permettendoci di comunicare con il computer in linguaggio naturale ricevendo risposte per lo più sensate. Un successo di pubblico che ha sorpreso anche gli ingegneri di OpenAI, produttore di ChatGPT.

Il successo è stato virale tra i giovani: ChatGPT permette di realizzare in un battibaleno traduzioni, ricerche e compiti per casa. I sistemi di educazione sono stati presi di contropiede, con reazioni un po’ isteriche come il divieto di uso di ChatGTP nello Stato di New York. In Italia, poi, è stato addirittura bloccato a livello nazionale, caso unico nel mondo.
Sei mesi dopo, la prospettiva sta cambiando. Si è iniziato a capire meglio come funziona questo algoritmo, che di intelligente ha davvero poco ma che funziona molto bene nel collegare una all’altra parole producendo frasi sensate, pescando nel mare di senso prodotto su internet dagli esseri umani.

Anche gli educatori stanno realizzando come non si tratti solo di una macchina che imbroglia le carte e crea allucinazioni ma che possa invece contribuire a migliorare l’istruzione.
L’ultimo numero Technology Review discute come ChatGPT cambierà il modo di insegnare, perché produrrà una alfabetizzazione di massa sull’Intelligenza Artificiale (IA). L’IA è ormai parte integrante della nostra vita: riconoscimento vocale, facciale, testuale, sono solo alcuni esempi a cui siamo abituati. L’avvento dei modelli linguistici, la base di queste Chat, è solo un salto di qualità nello stretto rapporto tra uomo e algoritmo.

L’alfabetizzazione sull’IA non è presente nei programmi scolastici. ChatGPT ha però creato la necessità di affrontare questo tema con urgenza iniziando a definire programmi ad hoc.
I docenti sottolineano l’importanza di analizzare con uno sguardo critico questo tipo di tecnologie, togliendole da piedestalli inopportuni. Per questo è importante puntare non solo alla risposta della Chat, ma piuttosto al modo migliore di interrogarla per sfruttare le sue capacità.

Un altro aspetto riguarda i pregiudizi nascosti in questi algoritmi, allenati utilizzando una cultura dominante tipicamente nord-americana e bianca. Si tratta di una opportunità per avviare una conversazione e un approfondimento sul tema delle minoranze, dei pregiudizi, e, più in generale, sul rapporto tra l’opinione comune e quella di gruppi o singoli individui.
Altri docenti notano come in queste conversazioni emerga l’importanza della domanda fatta dallo studente, rispetto alla risposta della macchina: alcuni di essi sono giunti a permettere ai propri studenti universitari di usare ChatGPT sapendo che saranno le domande (prompt) ad essere valutate piuttosto che le risposte ottenute. La capacità di fare le domande più efficaci è già diventata un mestiere ben pagato sul mercato del lavoro, e la formazione si adegua.

I modelli linguistici di tanto in tanto inventano di sana pianta dati o situazioni e questo li rende inadatti in contesti in cui l’accuratezza è essenziale: lo studio delle “allucinazioni” permette agli studenti ad approfondire le fonti e comprendere l’origine di pregiudizi e fake news. Si tratta di esempi che fanno pensare che i sistemi educativi si evolveranno per insegnare alle nuove generazioni come sviluppare un pensiero critico sull’IA. L’alfabetizzazione sull’AI non deve limitarsi alla scuola, ma deve coinvolgere tutta la società: ad esempio l’IA sta portando verso l’abbattimento di una barriera che ci portiamo dietro dai tempi di Babele, la barriera linguistica.

ChatGPT può essere interrogato nella propria lingua e può rispondere nella propria o in decine di altre lingue diverse. La traduzione simultanea voce-testo è ormai disponibile gratuitamente nei principali strumenti di conferenza in remoto. Provateci con Meet o con Zoom, è un’esperienza straordinaria potere comunicare in tempo reale con stranieri nella propria lingua.

Qualche giorno fa ho incontrato un amico giapponese che mi ha chiesto del mio ultimo libro in italiano: ho usato un traduttore professionale per regalargli in cinque minuti una versione in giapponese, apprezzatissima. La grande sfida sono in tempi con cui l’alfabetizzazione dell’IA sarà diffusa presso gli adulti, prima che l’illusione di prospettive irrealistiche o, addirittura, imbroglio, truffa o disinformazione prendano il sopravvento. È molto probabile, infatti, che i giovani con ChatGPT in qualche modo se la cavino, mentre è piuttosto degli adulti che dovremo, probabilmente, preoccuparci.

Fonte: Repubblica.it

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