Guerra al telemarketing selvaggio, ora si fa sul serio: scatta la prima confisca di banche dati ai call center irregolar

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Giancarlo Favero
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Guerra al telemarketing selvaggio, ora si fa sul serio: scatta la prima confisca di banche dati ai call center irregolar

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L'iniziativa del Garante privacy con la Guardia di finanza: operazione a tappeto tra Verona e la Toscana. "Così i call center sono fuori dal mercato, non possono più operare". Il richiamo anche alle grandi aziende committenti.

Il Garante Privacy ha inaugurato la guerra totale al telemarketing selvaggio: per la prima volta sequestra database illeciti di due call center mettendoli così fuori gioco. In aggiunta, arrivano anche sanzioni per altri quattro call center.

Grazie al supporto della Guardia di Finanza, il Garante fa dunque escalation nella battaglia contro il telemarketing illecito. Ossia i call center che chiamano qualsiasi numero di telefono, senza curarsi del consenso degli utenti. Finora il Garante aveva colpito, con sanzioni, solo grandi committenti di campagne marketing (tutti gli operatori telefonici e dell'energia).

Ecco perché la notizia di oggi segna una nuova stagione, in cui si rinnovano le speranze di vittoria sul telemarketing molesto e, spesso, anche truffaldino (alcuni contratti sono estorti con informazioni ingannevoli ed errate).

L'operazione del Garante e della Guardia di Finanza è partita stamattina a Verona. Le società coinvolte nella vicenda sono state sanzionate (Mas s.r.l.s. per 200.000 euro, Mas s.r.l. 500.000 euro, Sesta Impresa s.r.l. 300.000 euro, Arnia società cooperativa per 800.000 euro). Due di loro hanno subito anche il provvedimento di confisca del database. Ossia le forze dell'ordine hanno tolto loro la base di dati utilizzata per le attività illecite. "Significa che i call center sono ora fuori dal mercato, non possono più operare", spiegano dal Garante a Repubblica.

L'operazione si è svolta simultaneamente presso le sedi delle società interessate (anche in Toscana, oltre che nel veronese).

Tutto è partito da una segnalazione della Compagnia della Guardia di Finanza di Soave (VR), che ha permesso di individuare le quattro società interessate, oggetto di successivi accertamenti svolti dal Garante con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche. Le medesime società sono state ritenute responsabili di una serie di attività in aperta violazione della normativa in materia di protezione dei dati personali. In particolare, quelle veronesi (Mas srl; Mas srls), mediante acquisizione di apposite liste illegalmente prodotte, contattavano decine di migliaia di soggetti, senza che questi avessero mai rilasciato il necessario consenso per il trattamento dei propri dati a fini di marketing.

Agli utenti proponevano offerte commerciali di diverse compagnie energetiche. Addirittura, dopo poco tempo, si occupavano anche di passaggi inversi fra queste, al fine di accrescere le proprie provvigioni. "I contratti così realizzati venivano poi girati alle due società toscane per l'indebito inserimento nel database delle compagnie, il tutto senza alcun formale incarico e in base a un sistema di distribuzione delle responsabilità in ambito privacy fittizio, meramente formalistico e con gravissime carenze nell'adozione di efficaci misure di sicurezza per la protezione dei propri sistemi", spiega la nota del Garante.

Attività che, in sintesi, costituiscono una delle varie forme del "sottobosco", più volte indicato dal Garante quale causa dell'odierna espansione del telemarketing illegale: "Un fenomeno che si alimenta con affidamenti ed attività al di fuori delle norme, ma anche per un insufficiente controllo da parte delle grandi aziende committenti", rimarca il Garante, così tornando a evidenziare le responsabilità di grandi aziende committenti.

L'odierna operazione, frutto di un partenariato regolato dal protocollo d'intesa tra il Garante per la protezione dei dati personali e la Guardia di Finanza, si inserisce nel quadro del potenziamento delle linee di presidio della legalità, a tutela di tutti i cittadini, in un segmento tanto importante quanto delicato. I prossimi passi? "Altre azioni come queste contro i call center italiani", spiegano dal Garante.

Per quelli esteri è più difficile. Qui la strategia è duplice: il Garante confida di fare sanzionare qualche società da Garanti esteri con cui collabora (già avviene in Albania). Ma la speranza maggiore risiede nel codice di condotta approvato di recente dallo stesso Garante.

Attività che, in sintesi, costituiscono una delle varie forme del "sottobosco", più volte indicato dal Garante quale causa dell'odierna espansione del telemarketing illegale: "Un fenomeno che si alimenta con affidamenti ed attività al di fuori delle norme, ma anche per un insufficiente controllo da parte delle grandi aziende committenti", rimarca il Garante, così tornando a evidenziare le responsabilità di grandi aziende committenti.

L'odierna operazione, frutto di un partenariato regolato dal protocollo d'intesa tra il Garante per la protezione dei dati personali e la Guardia di Finanza, si inserisce nel quadro del potenziamento delle linee di presidio della legalità, a tutela di tutti i cittadini, in un segmento tanto importante quanto delicato. I prossimi passi? "Altre azioni come queste contro i call center italiani", spiegano dal Garante.

Per quelli esteri è più difficile. Qui la strategia è duplice: il Garante confida di fare sanzionare qualche società da Garanti esteri con cui collabora (già avviene in Albania). Ma la speranza maggiore risiede nel codice di condotta approvato di recente dallo stesso Garante.

Fonte: Repubblica.it

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