Cookies, maxi multe in Francia ai colossi del web: 150 milioni per Google e 60 per Facebook

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Giancarlo Favero
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Cookies, maxi multe in Francia ai colossi del web: 150 milioni per Google e 60 per Facebook

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La decisione della Cnil, l'autorità di garanzia per la protezione dei dati personali. Sotto accusa l'improprio utilizzo delle stringhe di tracciamento utilizzate per inviare pubblicità su misura agli utenti.

MILANO - I colossi del web tornano nel miritino delle autorità di controllo in Francia. La Cnil, l'organo di vigilanza sulla protzione dei dati personali, ha inflitto pesanti multe - rispettivamente 150 e 60 milioni di euro - a Google e Facebook per la loro pratica dell'utilizzo di "cookies", le stringhe di tracciamento utilizzate per inviare pubblicità in base alle preferenze dell'utente. L'ammontare della multa inflitta a Google - 150 milioni di euro - è un record di sempre per la Cnil, che supera quella di 100 milioni sempre nei confronti di Google e per lo stesso motivo, risalente al dicembre 2020.

Facebook e Google hanno ora tre mesi di tempo per apprtare delle correzioni, pena il pagamento di altri 100.000 euro per ogni giorno di ritardo, ha aggiunto la commissione francese. Google ha detto che avrebbe cambiato la sua politica in seguito alla nuova multa: "Ci impegnamo ad attuare ulteriori cambiamenti, così come a lavorare attivamente con la CNIL in risposta alla sua decisione, in conformità con la direttiva ePrivacy", ha detto il gigante statunitense.

Nel 2018, l'Unione europea ha adottato un regolamento sui dati personali con regole più severe. Quando gli utenti aprono un sito web, ricevono un avviso per autorizzare specificamente l'uso dei cookie, per modificarne parzialmente l'uso o semplicemente per non accettarli. Ma la CNIL francese critica che è difficile rifiutare completamente l'uso dei cookies. "I siti facebook.com, google.fr e youtube.com offrono un pulsante che permette di accettare immediatamente i cookie", mentre per rifiutarli completamente, spiega, "sono necessari diversi clic".

Fonte: Repubblica.it

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